Ordine Nuovo

Nell’ambito del processo per la strage di Piazza Fontana, il 31 marzo 1971, Vittorio Occorsio emette mandato di cattura nei confronti di Clemente Graziani ed altri 39 imputati tutti appartenenti al movimento politico di estrema destra Ordine Nuovo, con l’accusa di ricostituzione del Partito Fascista. Tra questi vi era il parlamentare del MSI, Sandro Saccucci, già coinvolto nelle indagini per il c.d. Golpe Borghese. È questo che espone Vittorio Occorsio e lo rende il più isolato tra i magistrati della Procura di Roma.
L’apertura del nuovo processo contro Ordine Nuovo, il 6 giugno del 1973, porta Vittorio Occorsio, pubblico ministero in aula, di nuovo in prima pagina. Iniziano a comparire, sui muri della città giudiziaria, scritte minatorie. La firma è l’ascia bipenne.
Il giudizio di primo grado contro Ordine Nuovo si conclude con una sentenza di condanna, emessa il 21 novembre 1973 nei confronti di una trentina di ordinovisti, molti dei quali coinvolti in diversi processi che si occuperanno dei fatti più delicati per la tenuta del sistema democratico del Paese.
Con decreto del Ministero degli Interni del 23 novembre 1973, viene sciolto il movimento politico “Ordine Nuovo”.